Contributo scritto da Pietro Grossi, reperito su un file del suo pc:
Ho vissuto una vita molto intensa, nel cui percorso ho potuto fare esperienze estremamente interessanti.
La mia attività professionale è cominciata assai presto (a 19 anni ero primo violoncello dell’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino ruolo che ho ricoperto per trent’ anni) e ancora molto giovane ho tenuto la cattedra di violoncello al Conservatorio Musicale Cherubini, cattedra di cui poi sono divenuto titolare per concorso. In questa prima fase della mia vita musicale ho svolto anche attività concertistica.
Attorno agli anni ’60, però, avvicinati gli strumenti elettronici, ho maturato la convinzione che il loro avvento portasse una rivoluzione sostanziale nella pratica musicale e che sarebbe stato necessario riflettere a fondo sul problema. Questa mia intuizione mi ha indotto a dotarmi personalmente di una strumentazione elettronica, via via arricchitasi nel tempo, e a iniziare il cammino di una approfondita indagine del campo sonoro, realizzando esperienze che offrivano all’ascolto campi inesplorati. Ignorando le reazioni dell’establishment musicale e seguito da alcuni giovani intelligenti e volenterosi ho cercato di operare anche nel campo della didattica promuovendo una cattedra di musica elettronica presso il Conservatorio Cherubini e richiamando anche con qualche scritto l’attenzione sui profondi mutamenti che si profilavano. Appena poi sono venuto in contatto con l’elaboratore elettronico sono stato colpito dalla sua potenza, dalla sua velocità e dalla sua versatilità. La mia attività presso il CNUCE-CNR di Pisa mi ha consentito di fare una serie di esperienze formidabili e mi ha ancora di più aperto gli occhi sulla rivoluzione radicale che il mezzo avrebbe portato. Il cambiamento sarebbe stato irreversibile e si sarebbe esteso ad ogni campo anche nel mondo dell’arte. Così ho cominciato a dedicarmi anche alla grafica. A questo punto ho voluto esprimere sinteticamente il mio indirizzo di lavoro: “Homeart arte creata da e per se stessi-estemporanea-effimera-oltre la sfera del giudizio altrui”. E se talvolta ho la sensazione di essere “vox clamans in deserto”, tuttavia non rinuncio ad affermare che viviamo un momento in cui ha inizio una realtà del tutto nuova, in cui la facilità dell’approccio con il computer renderà possibile ai più l’espressione della loro fantasia e in cui la fruizione dell’arte abbandonerà i canali tradizionali. A questo saggi maestri devono preparare i giovani.
1917 – Nasce a Venezia il 15 aprile.
Si diploma in violoncello col Maestro Oblach (1935) e composizione col Maestro Nordio (1942) presso il Conservatorio di Musica di Bologna.
1936 – A diciannove anni vince il concorso per il posto di primo violoncello nell’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, ruolo che svolgerà fino al 1966, e si trasferisce a Firenze. La sua attività di violoncellista non si limita alla collaborazione con l’orchestra del Maggio, ma si estende all’attività concertistica, con orchestra e da camera, in Italia e all’estero.
1942 – Inizia l’attività di compositore e scrive lavori per orchestra e da camera. Nello stesso anno ottiene la cattedra di violoncello presso il Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze, cattedra che ricoprirà per 40 anni.
1956 – Si reca negli Stati Uniti, invitato dall’Indiana University di Bloomington, per tenere un corso di violoncello.
1960 – Inizia la ricerca e la sperimentazione nel campo della musica elettroacustica.
1961 – Promuove a Firenze l’Associazione “Vita Musicale Contemporanea”.
L’Associazione, da lui diretta, dà vita a cicli di concerti che si svolgono ogni anno fino al 1967. L’iniziativa viene oggi riconosciuta di rilevante importanza storica, perché ha fatto conoscere in Italia opere e autori allora sconosciuti, molti dei quali sono stati successivamente considerati come personaggi significativi nella storia della musica contemporanea, anche per lo spessore culturale delle loro proposte artistiche.
1963 – Fonda con mezzi propri lo Studio di Fonologia Musicale di Firenze (S 2F M), dotato di buone apparecchiature. Lo studio è frequentato da vari giovani interessati alle possibilità offerte dagli strumenti elettroacustici.
1965 – Ottiene l’istituzione della cattedra di Musica elettronica (la prima in Italia) presso il Conservatorio di Musica “L. Cherubini” di Firenze, cattedra della quale ricoprirà l’incarico di insegnamento finché non verrà riconosciuta non più come straordinaria, ma in organico e quindi non conciliabile con quella di violoncello. Va detto per inciso che Grossi ha donato tutti i suoi strumenti elettroacustici al Conservatorio “Cherubini”, trasferendoli in quella sede.
1966 – Abbandona l’attività violoncellistica, non però quella didattica. È chiamato nuovamente all’Indiana University per fondare lo studio di musica elettroacustica e dare l’avvio all’insegnamento della nuova disciplina.
1967 – Tornato in Italia, compie le prime esperienze di computer music dapprima presso la Olivetti General Electric a Pregnana Milanese (Rho), quindi al CNUCE di Pisa, allora Centro di calcolo elettronico dell’Università degli Studi, divenuto poi Centro del CNR.
1968 – Organizza per il XXXI Maggio Musicale Fiorentino il primo Convegno Internazionale dei Centri Sperimentali di Musica elettroacustica.
1969 – Prospettando alla direzione del CNUCE di Pisa una serie di progetti, ottiene un contratto part time che segna la nascita presso il CNUCE della Divisione di Informatica Musicale. Inizia la sua attività di informatico musicale, progetta e realizza programmi interattivi e automatici per la creazione, l’esecuzione e la rielaborazione di testi musicali.
1970 – Presenta il suo primo package di programmi destinati alla computer music alla Biennale di Musica Contemporanea di Venezia e nello stesso anno compie la prima esperienza di telematica musicale tra Rimini (Fondazione Pio Manzù) e Pisa (CNUCE); essa ha carattere di assoluta priorità nel mondo. Convinto dell’importanza di questa esperienza, fortemente anticipatrice dei successivi sviluppi della comunicazione informatica, Grossi la ripete altre volte in collegamento col CNUCE (fra cui nel 1974 a Parigi presso il Centro delle Telecomunicazioni della Radiotelevisione Francese, invitato là da J. Xènakis; nel 1978 a Firenze al Teatro Comunale nel corso del 41° Maggio Musicale; nel 1987 ancora al Teatro Comunale di Firenze in collegamento con lo studio di fonologia di Essen).
1975 – Dà inizio all’impiego del TAU2, sistema di sintesi del suono (creato per lui a Pisa presso l’IEI, altro Istituto del CNR, su progetto del prof. Franco Denoth) e realizza il package di programmi destinati al suo uso. Col TAU2 Grossi costituisce presso il CNUCE un ricco archivio musicale, contenente sia opere da lui stesso create che rielaborazioni di musica classica fra cui si possono citare L’arte della fuga di Bach e la Sagra della primavera di Stravinsky.
1980 – Comincia ad utilizzare un sistema di sintesi del suono, IRMUS, realizzato per lui presso l’IROE (Istituto di Ricerca sulle onde elettromagnetiche) di Firenze.
1984 – Promuove e ottiene l’istituzione di un corso di Informatica Musicale presso il Conservatorio di Musica “L. Cherubini” di Firenze.
Dalla metà degli anni ’80 allarga il suo campo di ricerca e di produzione alla grafica. Si tratta di elaborazioni visive realizzabili tramite personal computer con programmi dotati di alto livello di autodecisionalità. Anche la sua opera grafica è coerente sul piano teorico con l’impostazione che aveva dato alle sue esperienze musicali, come hanno messo in evidenza mostre e manifestazioni a Firenze, Ferrara, Bologna, Milano, Brescia, Roma, Napoli, La Spezia, Pisa e Torino che documentano la sua produzione.
La disponibilità dei personal computer, strumenti potentissimi e a disposizione di ognuno al proprio domicilio, gli suggerisce la possibilità per molti di un approccio all’arte.
Formula quindi il concetto di “HOMEART, arte creata da e per se stessi, estemporanea, effimera, oltre la sfera del giudizio altrui” e lo propone quasi come manifesto di un pensiero che appare rivoluzionario rispetto ad una concezione dell’arte ancora legata a concetti del passato. Inoltre, non gli sfuggono le implicazioni derivanti dall’uso dei nuovi strumenti ed i riflessi che esse hanno e ancor più avranno nello sviluppo della società.
Si nota infatti che di pari passo con lo sviluppo della sua attività, prima nel campo della musica poi in quello della grafica, Grossi ha formulato concetti via via esposti in brevi scritti su giornali e riviste, alcuni dei quali sono stati raccolti in un libro che ha costituito un omaggio di un gruppo di ex allievi in occasione del suo settantesimo compleanno; libro nella prefazione del quale Albert Mayr scrive: “Egli (Grossi) non si cura di costruire il suo personaggio pezzo per pezzo, di mettersi in luce come individuo, ma vuole offrire le sue esperienze e ricerche, partecipare le sue intuizioni a tutti coloro che condividono le sue motivazioni e impostazioni operative, convinto com’è che lo stesso concetto convenzionale di proprietà intellettuale non possa che venire ridimensionato dai nuovi mezzi”. E definisce addirittura “sconcertante la sua riluttanza, eloquentemente documentata dai suoi scritti, ad autopromuoversi”.
1991 – Sempre spronato dal desiderio di esplorare le miriadi di possibilità offerte dall’elaboratore, Grossi crea l’HOMEBOOK.
Si tratta di un’editoria personalizzata e realizzata con programmi creati da lui stesso, che assicurano l’unicità grafica di ciascuna opera (un modello è stato presentato nel settembre del 1991 al Museo Pecci di Prato nel corso di una serata dedicata anche ad un dibattito sugli aspetti teorici della sua attività artistica). Grossi ha prodotto centinaia di programmi di grafica in parte destinati all’elaborazione dei caratteri dell’alfabeto, in parte a quella di figure geometriche.
1996 – Il più recente approdo delle iniziative di Grossi è su INTERNET: mette in rete una serie di programmi per elaborazioni grafiche (ed aveva il progetto di fare altrettanto per elaborazioni musicali). I programmi da lui creati sono trasferibili nei personal computer di chi è interessato a riceverli. Gli utenti di tutto il mondo hanno potuto fruirne gratuitamente, crearsi le immagini (i programmi consentono di creare immagini in movimento e quindi un numero altissimo di esse) ed eventualmente intervenirvi per rielaborazioni a proprio piacimento.
Anche quest’ultima iniziativa è, come si vede, perfettamente coerente con l’impostazione che Grossi ha dato a tutta la sua vita di artista e di ricercatore.
2002 – Muore a Firenze il 21 febbraio.
2017 – Con il titolo “1917-2017 Pietro Grossi. L’istante zero” il Comune di Firenze ha promosso una settimana di eventi per celebrare il centenario della nascita; il calendario ha incluso una serie di iniziative fra il 17 e il 21 ottobre 2017, ed è stato curato dal Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, dal Museo Novecento, dal Centro Pecci di Prato – Fondazione per le Arti contemporanee in Toscana, da Tempo Reale/Centro di ricerca produzione e didattica musicale, il tutto con il coordinamento del Comune di Firenze e del MUS.E e la collaborazione dell’Associazione Pietro Grossi. Il 17 ottobre, il Sindaco di Firenze Dario Nardella ha intitolato a Pietro Grossi la storica sala del Buonumore del Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze.